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Un fiorentino doc ci ha lasciati

By 18 Giugno 2019 Febbraio 6th, 2020 No Comments

Franco Zeffirelli non è stato amato dai fiorentini, ma è in buona compagnia a partire da Dante ad arrivare ad Oriana Fallaci.

Purtroppo in questa città, prima della bravura, dell’arte, delle capacità ha importanza l’orientamento politico. Il guelfo bianco docet! Ho letto, ancora oggi, commenti contrastanti, sulla sua supponenza e irascibilità. Nessuno si sofferma sulla forza d’animo di un uomo, cresciuto illegittimo al tempo del fascio, quando la famiglia era sacra. Franco Zeffirelli è stato un Uomo che solo da adulto è stato riconosciuto dal padre, con il quale però ovviamente non ha avuto un rapporto sano. Molte delle miserie morali subite da Zeffirelli, sono narrate in quel meraviglioso film: Un te con Mussolini. Quel film ha uno spaccato autobiografico; qualche puzzone che lancia strali sul carattere di Zeffirelli ha idea di cosa significa crescere figlio illegittimo? La società borghese di allora ha influito sulla crescita di questo ragazzo. Morta la madre fu allevato da un gruppo di gentildonne inglesi, solo gli anni, il successo, la consapevolezza di sè, hanno dato al regista la possibilità di parlarne, forse con un certo distacco, ma questi sono dolori che restano nel remoto del cuore.

Generoso ed eclettico, a suo agio con l’opera, irrangiungibile l’ arte degli sguardi nella cavalleria rusticana

I suoi film potranno piacere o non piacere, è un artista, non a tutti possono piacere le sue opere. Io amo ricordare la sua regia dell’opera La cavalleria rusticana; Zeffirelli uomo sensibile e raffinato, colse quel sottile modo di parlare che hanno i siciliani: con gli occhi. Ci sono un paio di scene dove gli sguardi tra gli interpreti la dicono lunga. La scena delle donne in piazza, che commentano il tradimento di Lola con un giro di sguardi è, a mio parere, autoctona isolana, qualcosa di impagabile. L’eleganza e la bellezza dei cappelli di Cher, in pura paglia di Firenze, nel film “Un te con Mussolini” raccontano il senso estetico del maestro, cultore del bello. So che era anche un uomo generoso, tanti anni fa mi è stato raccontanto dal protagonista medesimo, di un suo momento di difficoltà e come Zeffirelli mise a disposione la sua casa. Grazie Maestro per il tuo lavoro, i tuoi bellissimi film, le regie delle opere. Ti saluto con una frase di Lady Ester, identificando Firenze con l’arte: “Sappiamo tutti che ami l’arte ma lei non ti ha ricambiato con altrettanto affetto…!”

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