L’educazione si impartisce da piccoli e diventerà un modo naturale di comportarsi
Non c’è un’età consigliata per imparare le buone maniere, già dalla culla dovrebbero essere impartiti i primi rudimenti a partire da ‘grazie’ e ‘prego’.
Oggigiorno si da sempre meno importanza alla gentilezza, all’educazione, al rispetto e viviamo in un’epoca in cui vige la cultura del “furbo”e si premiano comportamenti aggressivi e dominanti.
Alcuni genitori pensano che se il loro figlio sarà forte nessuno gli “metterà i piedi in testa”. Invece l’educazione aiuta le persone a vivere in società in modo consapevole e pacifico. Le buone maniere, pur essendo molto legate alla tradizione, non sono regole incise nella pietra, ma indicazioni soggette all’evoluzione dei tempi e conseguenti modifiche. E’ importante prima di ogni altra cosa “esserci nella loro vita” presenti, attenti, non lasciarsi distrarre dalle mille altre cose che poi, alla fine, risulteranno meno importanti di loro.
Sono tanti i contesti dove i genitori dovrebbero impartire gli insegnamenti,. La vicinanza è la cosa più importante, essere presenti nella loro vita, non abbandonarli con un tablet in mano, fin dalla culla,o davanti alla televisione; è importante ascoltarli, parlare con loro, esserci, educarli.
Incominciamo a spiegare i bambini come si sta a tavola
- Fatevi aiutare dai vostri figli ad apparecchiare la tavola; si impara a conoscere l’uso di piatti,bicchieri, posate, la distinzione tra destra e sinistra. Sulla tavola mi soffermo sull’uso dei piatti e bicchieri di carta che dovrebbero essere banditi, il pianeta e la fauna marina ringraziano
- Insegnate loro che a tavola non si sta stravaccati, ma seduti con la schiena diritta i gomiti stretti vicino ai fianchi,mani sopra la tavola, senza invadere lo spazio del vicino. Non abbiate timore, ho avuto una nonna che mi ha obbligata a mangiare con i fogli sotto le ascelle, non sono morta e mi viene naturale tenere le braccia elegantemente attaccate al corpo.
- Quando si aspetta la portata, non si abbraccia il piatto, è permesso appoggiare a tavola solo gli avambracci, mai i gomiti. Qualcuno sostiene che a fine pasto, in rilassatezza, si possa fare, l’ho vito in certi film ma, a mio parere, è sempre una trasgressione, possibilmente meglio evitare,
- Appena il bimbo può fare a meno del bavaglino spiegategli come si usa il tovagliolo come si forbisce la bocca, si posizione sulle gambe, dove si lascia finito il pranzo. So che è un argomento difficile, ma l’etica e la sostenibilità vorrebbe che si tornase all’uso del tovagliolo di stoffa.
- Appena avete smesso di tagliargli i cibi nel nel piatto, insegnate l‘uso corretto delle posate, come devono essere impugnate; la forchetta a sinistra e il coltello a destra per tagliare; vedo spesso al ristorante e inorridisco, tagliare la carne e poi passare la forchetta destra per portarla alla bocca. Mi dicono che negli Usa e normale, ma la cosa non ci dovrebbe riguardare, facciamo parte dell’antico continente!
- 6.Spiegate bene l’uso del coltello che non deve mai essere portato alla bocca, come si tiene in mano per imprimere la forza necessaria al taglio. Spiegate l’uso limitato di questa posata e parlate dei cibi che possono essere spezzettati con la forchetta a partire dalle frittate tanto amate dai bambini..
- 7.Terminato di mangiare, spiegate come si dispongono le posate per la momentanea lnterruzione del pasto e quando hanno finito la pietanza come si allineano nel piatto , usando l’esempio delle lancette dell’orologio
8. Abituateli ad aspettare che si comincia tutti insieme, certi genenitori sono purtroppo molto permissivi con i bambini come se patissero la fame da terzo mondo. Abituateli anche a stare a tavola, non siate indulgenti con le loro intemperanze una delle cose peggiori che vedo nei ristoranti è l’incresciosa vista di bambini che scorazzano per la sala impunemente, craando problemi al servizio e fasridio gli altri ospiti. Da questo punto di vista apprezzo molto i bambini del nord Europa, che vedo seduti a tavola al ristorante accanto ai genitori senza intemperanze.
9. Educate i bambini a non esprimere espressioni sgradevoli per giudizi del cibo. Se una pietanza non piace si deve dire con gentilezza senza esprime giudizi malevoli, tipo è “schifosa”, mi fa vomitare” abituateli ad assaggiare il cibo, se poi non è gradito si cambia pietanza.
10. E in ultimo, l’argomento più delicato, increscioso, difficile da gestire perchè abbiamo perso il valore dell’attenzione, della convivialità, rispetto e riguardo.. La tavola è stare insieme, momento di unione della famiglia. Cominciate voi genitori a non portare il telefono a tavola, non permettete ai vostri figli di farlo, di usarlo smodatamente. State vicini ai vostri bambini, sosteneteli. Prestate attenzione, parlate, ascoltate i loro bisogni, chiedete come è andata ala loro giornata, non deflettte alle loro risposte a base di grugniti, insistente con gentilezza e un pizzico di ironia per smorzare l’atmosfera. Sono consapevole delle difficoltà, sono stata figlia e ho cresciuto anch’io una figlia che mi ha dato filo da torcere, ma non ho mai smesse e non smetto di cercare di essere un buon esempio.
Io figlia
Credit foto bimbi con tablet a @KellySikkema che ringrazio