Ho letto oggi sulla stampa i commenti degli studenti in riferimento all’inserimento di Gino Bartali nella traccia dei temi per la maturità. Il commento ricorrente era: a scuola non si è fatto!
Non conosco i risultati definitivi circa la traccia scelta dagli studenti e se i temi di attualità su Bartali e il Generale Dalla Chiesa abbiano riscosso consenso. A caldo verrebbe da dire: che cosa sanno i ragazzi dei Giusti e del post Novecento? E secondo Anna Foa, studiosa dell’età moderna 1 maturando su 2 non conosceva Bartali né Dalla Chiesa.
La riflessione che faccio è che gli argomenti delle tracce, seppur non proprio inseriti direttamente nei programmi scolastici, fanno parte del patrimonio culturale italiano. Se veramente i ragazzi hanno reagito affermando che Bartali non era mai stato studiato a scuola, la cosa sarebbe avvilente. Il Ginettaccio nazionale non può non essere sconosciuto, ma non solo perchè per tutta la sua carriera ha gareggiato ad altissimo livello, ma ha vinto tre Giri D’Italia e due Tour de France. La leggendaria la sua rivalità con Fausto Coppi e mitica la foto del passaggio della borraccia, che, ancora oggi, non è chiaro chi la prende e chi la da. Quell’italiano col naso dritto come una salita! nel 2013 è stato insignito del titolo di Giusto tra le Nazioni proprio per i suoi gesti eroici in favore degli ebrei «È una bellissima idea aver proposto agli studenti un tema su Bartali, che è stato un esempio positivo sia nello sport che nella vita, per lui l’amicizia e il rispetto venivano prima della rivalità. Bartali è morto nel 2000, l’anno di nascita degli studenti che quest’anno stanno affrontando la Maturità e chiamati, nella prima prova, a riflettere sul rapporto tra storia, sport e società. I nostri ragazzi si devono riappropriare della nostra stodia; in casa bisogna riprendere l’abitudine di parlare, far emergere i ricordi, un sapere antico che sono le nostre radici