Non comprendo questa demonizzazione del vino, ormai assurto al ruolo di peggiore nemico della salute, forse più del fumo, portatore di malattie cancerogene; una aggressiva campagna dei media associa l’alcol agli incidenti notturni e recenti provvedimenti legislativi hanno inasprito le sanzioni per chi si pone alla guida in grado di ebrezza etilica, ed in ultimo quello che personalmente ritengo una beffa: il provvedimento per la dealcolazione.

A me il vino non ha mai fatto male
Sono cresciuta in una famiglia del Sud che da neonata mi ha preparato un ciuccio di pane e stoffa bagnato nello zucchero e nel vino; la perdita del primo dentino è stata consolata con sciacqui di vino e acqua; la domenica la torta fatta da mia nonna era accompagnata da un sorso di zibibbo che allietava il fine pasto e, durante i pasti, cercavo di convincere i miei familiari di darmi un pochino di vino.
Non sono giovanissima ma non accuso malattie da consumo di alcol, non sono mai stata ubriaca nonostante, nella mia lunga vita posso dire con un certo orgoglio, di aver bevuto un discreto numero di ettolitri di vino. Ho conosciuto un uomo che di professione fa il commercialista, ma attirò il mio interesse solo quando scoprii che aveva una piccola tenuta dove produceva vino e giuro! nella mia mente è passato un pensiero di sintesi sulle qualità di quest’uomo e mi sono detta: “allora non è uno stronzo!” Nel mio immaginario chi coltiva una vigna e produce questo nobile prodotto ha un valore aggiunto, quindi gli ho prestato attenzione e nel tempo me lo sono sposato. Posso affermare: galeotto fu il vino!

Esibisco, con un certo orgoglio, un viso privo di rughe argomentando gli effetti positivi del resveratrolo. Con fondate conoscenze e certezze nel tempo ho coltivato con amore la vite, ho guardato d’inverno le piante spoglie, rinsecchite, chiuse su loro stesse per proteggersi dal freddo e ho sofferto perché mi davano l’idea che fossero seccate; ho fatto potare precoce la vite per non farla “piangere”, alla ripresa del ciclo vegetativo quando vedevo la prima gemma sulla pianta, spesso mi sono commossa di felicità. E’ questo il mio rapporto con il nettare di Bacco, vederlo adesso “violentato” depauperato delle sue qualità, profumi, identità territoriali, privato dei sentori e delle caratteristiche che scopri dentro un calice, questo amareggia ogni fibra del mio essere, prima di un portafoglio ancora è il cuore che muove le mie emozioni.
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