Un antico rito pagano in onore della Dea Madre si celebra in un piccolissimo Comune dei Nebrodi in provincia di Messina in concomitanza della festa di San Giovanni.
La festa pagana più antica d’Italia organizzata dalle donne
La festa del “Muzzuni” è considerata dagli antropologi la più antica festa d’Italia alla Dea Madre. Pertanto dedicata a Demetra e che nella simbologia abbraccia il ciclo del grano nel suo nascere e germogliare, nell’essere cibo e sostentamento attraverso l’atto del nutrire. La preparazione di questo rito è pertanto tutto ad appannaggio delle donne che mettono a germogliare, giorni prima al buio, steli di grano; poi preparano davanti a casa, sugli scalini o negli angoli più caratteristici del paese, gli altarini su quali verrà posto u Muzzuni. Inoltre qui vengono stese le “pizzare“: tipici tappeti locali coloratissimi fatti con stoffe tagliate a strisce e tessute con l’antico telaio a pedale. L’allestimento continua ancora e attorno vengono posti contenitori con “i Laureddi” , grano fatto germogliare al buio, (dall’antica parola siciliana “lavuri” intendendo lavori fatti per la semina del grano)
Come si prepara “U Muzzuni “
A questo punto, si prepara il Muzzuni rappresentato da una brocca dal collo mozzo e rivestita da un foulard di seta e adornata con monili d’oro prestati dalle famiglie del quartiere. Inoltre alla sommità della brocca fuoriescono steli di orzo e grano germogliati, lavanda, garofani . Ora che succede? Una giovinetta del quartiere, vestita di bianco, simboleggiante le antiche sacerdotesse pagane, lo porta fuori e lo colloca sull’altare già pronto. Il rito propiziatori della fecondità si ravvisa nella forma fallica del “muzzuni”, elevato nel suo turgore, tagliato per trarne il seme fertilizzante che ingraviderà la Madre Terra.
In ogni quartiere che ospita il Muzzuni ci sarà animazione , musiche e canti popolari e si offre ai visitatori formaggio, olive e vino celebrando così il rito di Dioniso.
Rito del comparaggio
Il “compare o la “commare” in Sicilia sono ritenute come persone di famiglia. Sono i testimoni di nozze, oppure i padrini del battesimo o della Cresima. “Cumpare” è una parola molto ricorrente che a volte si dice per dare valore e identità ad un rapporto speciale
Ho un ricordo di questa festa di circa cinquanta anni fa’, quando ragazza mia madre mi aveva portato ad Alcari Li Fusi e per strada gli abitanti si scambiavano un rito propiziatorio stringendosi il dito mignolo e recitando
Iriteddu
facitini amari
chi ‘nni ficimu cumpari
‘nzoccu avemu ‘nni
spartemu
e mai ‘nni sciarriamu
cumpari semu e cumpari
ristamu
quannu veni ‘a morti ‘nni spartemu.
Traduzione:
Piccolo
dito facci amare
perchè ci siamo fatti compari
quello che
abbiamo ci dividiamo
e giammai ci bisticciamo
compari siamo e
compari restiamo
quando viene la morte ci separiamo
Origine della festa e storia
Si legge che intorno al XII sec. a.C., dopo la caduta di Troia (1183 A.C.), i Greci superstiti abbandonarono la loro Patria esotto la guida di Enea navigarono verso l’Italia. Durante il viaggio Patrone, natio della citta di Turio, con alcuni seguaci, si separò da Enea e sbarcò sulla costa tirrenica della Sicilia stabilendosi in un luogo ameno e ricco di sorgenti d’acqua. Qui fece costruire un castello da lui detto Turiano, attorno al quale ebbe origine il primo nucleo abitativo, che in seguito divenne Alcara.
Foto tratte dal web di articoli locali